16 Gen CAT BA – LAN HA – HALONG BAY Day 5/6 Dal diario di un invasore
Mi sono sempre chiesta dove sta la mia gemella quando sono a Roma, quella che mando in giro per il mondo nei viaggi come questo. Quella che sa attendere ore e ore, che riesce a tenersi gli stessi vestiti per giorni saltando dall’aereo al tuc-tuc al risciò al bemo con una seduta per terra fra un’attesa e l’altra, senza fare una piega. Con uno zaino con un cambio e mezzo per un mese. Quella che sa entrare in un market di quelli seri dove squamano il pesce, il sangue corre sotto i piedi e l’odore diventa pungente mentre riempie la testa e non lascia spazio. Eppure a Piazza Epiro saltella per non calpestare i rivoletti di scolo della verdura del mercato.
Quella che se a Roma guidassero tutti come fanno in Asia sarebbe diventata la gemella di Forrest Gump a forza di correre senza mai farsi portare da nessuno o sarebbe secca allucinata e divorata dall’angoscia.
La stima più grande che nutro per la mia gemella è il rispetto del tempo e la grandissima capacità di non chiedere ma stare. Galleggiare nel tempo e lasciarsi cullare. E non importa se per una, cinque o 17 ore, qui è assolutamente chiaro che tragitto e viaggio sono anche loro gemelli, forse però hanno già fatto la pace.
Ed è solo galleggiando nel tempo che se una cosa si rompe it doesn’t matter, se una strada si interrompe it doesn’t matter, se ti scordi i soldi sotto al materasso e ormai sei a km di distanza it doesn’t matter, se hai le gambe a pezzi e devi andare avanti it doesn’t matter.
E la cosa straordinaria è che in viaggio si incontrano sempre i gemelli di tutti, forse è proprio per questo che amo viaggiare.
In questo viaggio con me, come nel mio più grande viaggio, c’è sempre mio fratello.
Ora però sono in Vietnam, e con me c’è il suo gemello.
Mi piace immaginarci come le piccole parti di un dente di leone che dopo una soffiata svolazzano sul mondo. E poi galleggiano.