17 Gen DA NANG Day 12 Dal diario di un invasore
Arrivare a DA NANG dopo essere stati adottati da piccoli villaggi e cittadine è quasi come arrivare in America.
Le strade sono larghissime e la gente si ferma in prossimità delle strisce e all’alt del semaforo.
Roba dell’altro mondo.
A DA NANG niente è andato come doveva,
o forse tutto, forse troppo.
Mi fermo a pensare ed è buffo non capire più il verso delle cose, quaggiù sembra tutto tondo.
Non c’è capo e non c’è coda, senza dritto né rovescio.
Mi capita spesso di guardarmi e tentare di capire a che punto sono fra la coda e il suo rovescio, di una vita, quella mia.
Ed proprio qui che mi rendo conto che DA NANG è sempre stata casa, così mi accorgo dello straordinario potere di avere una casa tutta tonda sulle spalle e mi sento subito miele: mi intrufolo negli interstizi e mi cristallizzo trattenendo memoria.
Perché qui lo sanno anche i bambini che è così che nasce l’ambra.
E mi sento finalmente libera.
Libera come chi sa di avere tutto il mondo dentro.