17 Gen Lockdown ROMA / ITALIA DAY q.b. Dal diario di uno che può invadere solo casa sua
Ed è così che ci ritroviamo ad applaudire alla finestra con la musica a tromba, un biscotto nella mano destra ancora sporca di lasagna e il rasoio nella sinistra.
Vicini e lontani.
Coi cani pisciati.
Ho capito che da questa esperienza ne possiamo uscire acchittati come CandyCandy e muscolosi come Aquaman o messi male come lo Scrondo (ma) con la copertina di Linus.
Io per ora sono la giusta via di mezzo (ma sto perdendo lucidità).
È solo l’inizio ma ho capito che:
– Quando penso che sia giunto il momento di tagliarmi i capelli lo devo fare, subito. Ormai è tardi.
– Il supermercato vicino casa è sempre quello con meno fila, devo andare lì diretta, possibilmente alle 17 (non è vero ma se vi dico che l’orario migliore è le 8 domani vi trovo tutti in fila).
– La ragazza del mio ex (gioia del mio algoritmo) si è placata nel guardarmi le storie, finalmente avrà qualcosa di meglio da fare.
– Tutto questo silenzio mi fa venir voglia di cantare.
– Le bambine giocano con le Barbie ma solo perché non sanno cosa vuol dire spalmarsi il trucco in faccia e poi ricominciare.
– Uscirò dalla quarantena che sarò il drago indiscusso di InDesign.
– Devo imparare a farmi passare il singhiozzo bevendo al contrario.
– Non mi lamenterò mai più perché sono stanca, perché lavoro troppo, perché sto sempre in macchina, perché ricevo miliardi di chiamate al giorno. Mai più. Vi volevo bene.
– Ho talmente tante energie – che normalmente disperdo in giro – che mi fuma il cervello.
– Ho il cervello fumato.
– Una delle mie canzoni preferite è Black Dog dei Led Zeppelin e me lo ero scordato.
– Sono già stanca di essere riposata.
– Avrei sempre voluto un amico immaginario. Ora me lo costruisco.
– Mi ripaga sapere che state tutti bene, che mangiate lasagne mentre decidete se depilarvi, che consumate le gioie regalate da Pornhub, che pisciate i cani con la mascherina, che vi allenate con i video di tutti gli istruttori del mondo, che magari siete riusciti a tagliarvi i capelli finché era possibile.
Ora basta, torno a giocare.
Se avete un amico immaginario in più sapete dove mandarlo. Ovviamente con le dovute precauzioni, sempre se vi fidate.